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YouTube Sans: costruire un font con una pastiglia e un triangolo

Poco più di due settimane fa, YouTube ha subìto un restyling inaspettato: non nell'interfaccia, ma nella tipografia. Abbandonato il buon vecchio Roboto di Google, YouTube si è affidata a Saffron Brand Consulting (multinazionale del design, con sedi in mezzo mondo) per creare il suo primo custom typeface: YouTube Sans.

Ho trovato interessante analizzare il processo di realizzazione, così come raccontato da Saffron. Quando si realizza un custom typeface, è necessario aver chiari i propri obiettivi, sia dal punto di vista dell'usabilità (è leggibile? è disponibile in più stili per poter stabilire una gerarchia sulla pagina? è visibile a piccoli corpi? è adatto sia a lettura orizzontale che verticale, sia su grandi monitor che su piccoli display?) che da quello più squisitamente legato al brand (è riconoscibile? è personale? è sufficientemente diverso dagli altri font? racconta YouTube?). Il caso di YouTube Sans, da questo punto di vista, è particolarmente affascinante.

 

 

Il processo di realizzazione.

Matt Atchinson, direttore del progetto, ha dichiarato: "Non volevamo essere troppo generici. Non volevamo che le persone vedessero YouTube Sans e dicessero 'ah, ok, è lì e basta'. Volevamo qualcosa che entrasse nelle coscienze, bit dopo bit, che le persone potessero vedere il carattere e dire 'È YouTube che mi parla'!".

Con i vincoli imposti da Google in termini di leggibilità e di rapporto con il fondo bianco (l'esatto opposto di Netflix, che invece vive su fondo nero) — e dovendo personalizzare un carattere per renderlo riconoscibile e sufficientemente diverso dal prezzemolino Roboto (talmente neutrale e generico nelle sue intenzioni di design, da essere adatto sostanzialmente per ogni cosa) — i type designer in Saffron hanno iniziato a lavorare sull'iconico simbolo play di YouTube, quello che Atchinson ha definito "una pastiglia con un triangolo dentro".

Il contrasto tra gli angoli arrotondati dell'icona e quelli appuntiti del triangolo hanno ispirato le due principali personalizzazioni del carattere: aste curve e pance particolarmente evidenti, e terminali tagliati con un'inclinazione simile a quella del tasto play. A questi interventi si aggiungono, infine, alcuni interessanti inserti come la base arrotondata della i e della l minuscole, il punto arrotondato sulla i e lo stesso simbolo play trasformato in glifo disponibile all'interno del carattere.

 

 

Un risultato non straordinario.

Il risultato, a prima vista, sembra interessante. L'aspetto e il ritmo generali, è evidente, sono specificatamente disegnati per la visualizzazione online — specie in questa prima fase, con un solo peso (Bold) disponibile e utilizzato per i titoli, affiancato al buon vecchio Roboto per tutto il resto. L'occhio non può non notare i curiosi tagli angolari di alcuni terminali in YouTube Sans: l'asta orizzontale di f e t, ad esempio; o gli interventi più invadenti sulle maiuscole come H, I, J, L, N, T.

 

Nel complesso, però, non mancano le critiche: è vero, come dice Jonathan Hoefler, che la scuola dei "terminali tagliati" è diventata ormai noiosa, ripetitiva e poco rispettosa della storia della tipografia. Ed è anche vero che, senza osservare nel dettaglio l'intero processo di realizzazione e le motivazioni dietro alle scelte fatte da Saffron, YouTube Sans non brilla certo per innovazione. D'altra parte, l'utilizzo a piccoli corpi di un font con dettagli così specifici e ben visibili (ma solo nella versione Bold: che peso avranno i tagli in YouTube Sans Light?) rischia di essere complicato.

Staremo a vedere.

 

 

Fonti: 123