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Tobias Frère-Jones: su come concentrarsi e lasciarsi ispirare.

Classe 1970, Tobias Frère-Jones è uno dei più famosi type designer al mondo. Chi ha partecipato alla Kerning Conference 2015 se lo ricorderà mentre raccontava il mondo segreto delle banconote, e lo stretto rapporto della stampa tipografica con le necessità di protezione, sicurezza e autenticità. Ma Frère-Jones è anche il designer del carattere Gotham: lo trovate ogni giorno sulle lattine di Coca-Cola, nei credits iniziali del Saturday Night Live, e l’avete senz’altro visto anche nella campagna per l’elezione di Barack Obama nel 2008. Sono sue realizzazioni anche Surveyor, Whitney, Retina, Interstate.

Balzato agli onori della cronaca (per lo meno, quella di noi nerd della tipografia) per la separazione dal suo socio storico Jonathan Hoefler, Frère-Jones non ha certo smesso di lavorare: il suo ultimo carattere è Mallory, che unisce idealmente l’eleganza britannica con la fantasia statunitense – di fatto, Tobias è di madre inglese e padre americano. In questa bella intervista rilasciata per Belinda Lanks di Huge & Magenta, racconta la sua giornata.

Le priorità del mattino.

La sveglia è affidata a mio figlio di cinque anni che salta sul letto. La prima mattina, di solito, è dedicata alla famiglia: facciamo colazione e ci prepariamo per la giornata. Do una veloce occhiata alle mail e, se qualcosa è urgente o coinvolge qualcuno in Europa (che, visto il fuso orario rispetto a Brooklyn, sta per uscire dall’ufficio), rispondo immediatamente. Ma di solito, comincio a lavorare solo quando sono uscito di casa. Prima di arrivare alla metropolitana, però, è d’obbligo un caffè.

Ho solo tre fermate di metro dalla mia casa di Brooklyn all’ufficio a Gowanus. Ne approfitto sempre per fare una lista di priorità, in modo da essere certo di iniziare dalle cose più urgenti. Ho notato che se mi libero delle piccole incombenze rapidamente, poi sono più concentrato. Risolvere qualcosa — per piccolo che sia — e toglierlo dalla lista è molto soddisfacente, e mi aiuta a cominciare la giornata con il piede giusto.

Il problema delle e-mail.

L’e-mail è un mezzo potentissimo per spezzare la giornata in istanti e rubare concentrazione. Per questo, cerco di concentrare la lettura delle mail solo nelle prime due ore della giornata e, più tardi, nel pomeriggio o la sera. È difficile: ma mi aiuta a restare focalizzato sul progetto, senza inutili distrazioni e senza frammentare l’intera giornata.

Cibo e musica. 

Devo ricordarmi di mangiare ad intervalli regolari. Di solito, me ne dimentico sempre; finché non comincio a sentirmi strano e stanco, e non riesco più a concentrarmi – allora mi dico: “Ah, ok, è perché sono le quattro del pomeriggio e non ho ancora pranzato”.

Ascolto sempre musica mentre lavoro. Ho pochi generi preferiti: elettronica vintage e poco altro. Di solito, ascolto solo musica strumentale: trovo che le parole, in una canzone, mi distraggano. A meno che non siano canzoni che ho già ascoltato decine di volte in passato. “Brotherhood” dei New Order, ad esempio, mi ricorda quando avevo 15 anni e, seduto alla mia scrivania, cercavo di imparare a disegnare le lettere nel modo corretto.

Maestri.

Ho avuto la fortuna di lavorare fianco a fianco con il grande Matthew Carter. Mi insegnato come le piccole decisioni influenzano le grandi. Inoltre, ho assorbito la sua naturale propensione per la ricerca storica come fondamento della tipografia. Ad una recente conferenza, ha detto “È vero che siamo nani sulle spalle dei giganti, ma questo ci obbliga a guardare più lontano”. Anche Mike Parker è stato un grande maestro di storia per me, soprattutto per gli aspetti più tecnici e commerciali del type design.

Ero un pittore prima di essere un designer. A quel tempo, le mie ispirazioni erano Kazimir Malevich e Kurt Schwitters. Malevich era capace di generare emozioni con forme semplicissime, assai più semplici dei glifi di un alfabeto. Un carattere, in fondo, è fatto di forme semplici che trasferiscono informazioni. Eppure, hanno anche una dimensione emozionale. Schwitters, invece, era l’esatto opposto: se Malevich era sul piano astratto, lui era ancorato ad una realtà tattile e viscerale. C’è vitalità nei suoi collage, fatti con pezzi di carta e caratteri che venivano distrutti, strappati e poi ricomposti nuovamente. Mi aiuta a ricordare di tenere i piedi ben ancorati a terra.

 

Prendere appunti velocemente.

Darei un consiglio al mio io più giovane: sii più disciplinato con i tuoi appunti. Nella vita, ho avuto centinaia di idee o visioni, che ho perso perché non credevo fosse necessario scriverle. Oggi lascio note ovunque: di solito, le scrivo a pezzi e frammenti, senza interrompere il flusso di pensieri. Mi preoccupo di sistemarle e completarle solo in un secondo momento. La metropolitana è perfetta in questo senso: mi dà il tempo di pensare ma, con le fermate in arrivo, devo essere altrettanto veloce a scrivere le idee prima di perderle.